Tumori genitali femminili

I trattamenti più efficaci
per curare i tumori   ginecologici, 
a Milano e Monza

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CARCINOMA DELL'UTERO
L’adenocarcinoma dell’utero colpisce prevalentemente la donna dopo la menopausa, e nella maggior parte dei casi la donna è obesa, ipertesa e diabetica.
La causa dell’ adenocarcinoma dell’endometrio nella maggior parte dei casi è di origine ormonale: l’estrogeno è la prima causa della degenerazione del tessuto endometriale dell’utero.
Il sintomo principale è la perdita di sangue; quest’ultima, comparendo in un’età in cui la donna non ha più il flusso mestruale, convince la donna a chiedere subito una visita ginecologica.
Per iniziare le cure è necessario avere un esame istologico del tessuto uterino, che si ottiene attraverso una semplice biopsia.
Ottenuta la diagnosi istologica si eseguono alcuni esami strumentali per valutare la diffusione della malattia, quindi si procede all’intervento chirurgico che deve asportare l’utero, alcuni linfonodi vicini(linfonodi sentinella), e ispezionare gli organi vicini.
A seconda della gravità del tumore potrebbero essere necessarie altre terapie quali la chemioterapia e/o la radioterapia.
La possibilità di guarigione da questo tumore è piuttosto alta, specie nelle forme iniziali senza metastasi.

CARCINOMA DEL COLLO DELL'UTERO
Il carcinoma del collo dell’utero colpisce la donna in giovane età, tra i 30 e 45 anni, specie se la donna non ha eseguito la prevenzione con il PAP test periodico.
Il sintomo principale è la perdita di sangue capricciosa, al di fuori della ricorrenza mestruale, 
soprattutto dopo un rapporto sessuale.
Nella donna molto giovane e con il tumore in fase iniziale, piccolo e senza metastasi la cura può essere conservativa dell’apparato genitale, così da consentire alla donna di poter avere figli.
Nel tumore più voluminoso, o in donna più avanti con gli anni o con metastasi la cura del tumore può prevedere la sola chirurgia che asporta l’apparato genitale interno e i linfonodi, oppure prevedere una terapia complessa con la chemio e la radioterapia, ricorrendo alla chirurgia solo nel tumore persistente.
La diagnosi viene fatta con la visita da parte di un ginecologo esperto nei tumori genitali, 
con l’esame istologico della biopsia del collo dell’utero, con alcuni esami radiologici utili a definire l’estensione del tumore, indispensabile per la scelta delle cure come già accennato.
La prognosi è buona nei tumori piccoli, senza metastasi; è più severa nei grossi tumori, 
anche in relazione al tipo istologico del tumore.

COLPOSCOPIA

La Colposcopia in ginecologia

L’esame colposcopico consiste nell’esaminare mediante uno strumento ottico ad ingrandimento la porzione intravaginale del collo dell’utero.

Quando viene richiesto questo esame?

La Colposcopia è un esame di secondo livello che viene richiesto quando l’esito del Pap test non è regolare (anomalie non meglio precisate nelle cellule del collo o lesioni cosiddette intraepiteliali) e indica la necessità di un approfondimento diagnostico.

Come si esegue l’esame?

La Colposcopia esamina la regolarità della superficie esterna del collo dell’utero, in tre tempi:
• visione diretta dell’epitelio e dell’essudato del collo, senza coloranti
• visione dell’epitelio dopo l’applicazione di una soluzione di acido acetico al 5%
• visione dell’epitelio dopo l’applicazione di una soluzione iodo-iodurata(soluzione di Lugol ): test di Shiller 
• La normalità del tessuto epiteliale e vascolare del collo è contrassegnata da una colorazione “mogano” della superficie del collo; mentre lesioni dell’epitelio appaiono al test di Shiller come aree di colore avorio che si distinguono facilmente dall’epitelio regolare mogano.

La colposcopia, mettendo in evidenza queste aree atipiche di epitelio, guiderà la biopsia di queste aree di colorito non regolare al fine di avere un successivo esame istologico da confrontare con l’esito del Pap test. 
L’esito istologico, unitamente all’esito del PAP test e della visita, guiderà lo specialista a individuare la terapia migliore da proporre nel caso specifico. 

Quali sono gli esiti istologici più comuni di questi esami colposcopici?
Gli esiti più comuni sono:
reperto infiammatorio cronico.
Epitelio di metaplasia
Lesione citopatica da virus HPV
Lesione intraepitaliale di basso grado(CIN I)
Lesione intraepiteliale di alto grado(CIN III/III)

Questi esiti istologici non devono creare allarmismi né nella paziente né nel medico.
Un ginecologo esperto suggerirà alla donna la terapia necessaria e poco invasiva per eliminare queste lesioni del collo dell’utero che sono ancora benigne ma che è preferibile eliminare per evitare il loro peggioramento.  
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CARCINOMA DELL'OVAIO
Il carcinoma dell’ovaio colpisce la donna in una fascia ampia di età, dai 35 ai 65 anni.
Esistono numerosi tipi istologici di tumore ovarico, a cui sono legati sia il rischio della loro diffusione metastatica che il rischio della loro possibilità di guarigione.
Nella stragrande maggioranza dei tumori ovarici la cura prevede sia la chemioterapia che la chirurgia.
La loro sequenza varia a seconda della diffusione della malattia in addome e a distanza.
Quando il tumore è diagnosticato allo stadio primo, cioè è limitato all’ovaio, mono o bilaterale, la chirurgia a volte è sufficiente.
Negli altri casi, dove il tumore è diffuso agli altri organi, alla chirurgia deve sempre fare seguito una chemioterapia; nei casi più gravi, la chemioterapia precede la chirurgia.
La malattia dell’ovaio, se presente in forma metastatica, tende a recidivare anche dove c’è stata una buona risoluzione iniziale.
In questi casi si dovrà ripetere una seconda linea di chemioterapia e se necessaria e utile anche una seconda chirurgia.
La possibilità di sopravvivenza è buona negli stadi iniziali, anche con una chirurgia più conservativa.
 La prognosi è più severa negli stadi avanzati.
I moderni protocolli di terapia medica e chirurgica hanno migliorato la sopravvivenza anche nelle forme di tumore avanzato.

Tra i disturbi ginecologici che possono colpire la donna tra i 45 e i 55 anni sottolineiamo i tumori borderline e quelli ovarici invasivi: si tratta di entità separate sia dalle cisti semplici benigne che dai carcinomi ovarici e sono caratterizzate da gradi di proliferazione cellulare con atipie nucleari, soprattutto in assenza di infiltrazione dello stroma. Il Dr. Milani è uno specialista rinomato a Milano per la cura di queste neoplasie, solitamente non invasive, ma spesso aggravate dalla presenza di una micro invasione dello stroma, che ne modifica in negativo la prognosi. In linea generale, la sopravvivenza dinanzi a queste forme tumorali è quasi assoluta, soprattutto negli stadi iniziali: contatta lo studio per fissare una visita di controllo preventiva.

CARCINOMA DELLA VULVA

Questo tumore maligno colpisce prevalentemente le donne oltre i 65 anni,
 ma non mancano le eccezioni di tumori che affliggono donne più giovani.
Si tratta di un tumore maligno che nasce e si sviluppa a livello delle grandi e piccole labbra, 
presenta una crescita esterna con tessuto che facilmente si infetta e facilmente sanguina.
I sintomi accusati dalla donna sono la presenza di questa crescita estranea sui genitali, 
il cattivo odore per l’infezione sovrapposta del tumore e le perdite di sangue.
La diagnosi è generalmente semplice, e viene fatta con l’ispezione dei genitali durante la visita ginecologica
 e con la biopsia del tessuto.
Quando il tumore è molto esteso sui genitali e sono palpabili perchè ingrossati i linfonodi della regione inguinale è necessario valutare l’ estensione globale del tumore con esami radiologici o scintigrafici.
La terapia principale è quella chirurgica che prevede l’asportazione del tumore vulvare e un controllo dei linfonodi inguinali.
Quando il tumore presenta metastasi a distanza dai genitali è necessaria una chemioterapia o una radioterapia.
La prognosi è buona per i tumori piccoli che non hanno metastasi, è più critica nei tumori più grossi e/o con metastasi nei linfonodi o a distanza dai genitali.

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 I tumori borderline


Seppur i disturbi ginecologici legati ai tumori borderline si presentino, quasi sempre, allo stadio iniziale, è sempre consigliato uno staging chirurgico accurato, considerando fattori protettivi la gravidanza, l'allattamento e l'utilizzo di contraccettivi ormonali. In linea generale esistono due tipi di forme istologiche, sierose e mucinose: in questo secondo caso è sempre necessaria un’esplorazione accurata del tratto gastroenterico.

Diagnosi e terapia


Quando si parla di disturbi ginecologici come i tumori borderline è sempre necessario richiedere una visita ginecologica, durante la quale viene eseguita un’attenta diagnosi mediante il marcatore tumorale specifico per l’ovaio, oltre che l’ecografia vaginale. 
In questi casi, la diagnostica ecografica, eseguita tramite l’ausilio di una valutazione color Doppler dei flussi vascolari, può condurre a esami più specifici mediante TAC o RMN.
Successivamente alla diagnosi si passa alla terapia chirurgica, nei soggetti che hanno completato la funzione riproduttiva e sono in età climaterica, o alla terapia conservativa, per tutti coloro che necessitano di preservare le capacità riproduttive.

La prevenzione è fondamentale per il tuo benessere: contatta lo studio per fissare una visita di controllo

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